Il caso Eriksen e l’idoneità sportiva nell’atleta agonista

Christian Eriksen

E’ ben noto il caso dell’arresto cardiaco cui è andato incontro il calciatore danese Eriksen, lo scorso Giugno durante gli europei.

Come conseguenza di una grave aritmia, la stella della nazionale Danese si è accasciata al suolo. Oggi ripercorreremo quei fatti, e le loro evoluzioni, per capire cosa si può migliorare nello sport agonistico dal punto di vista medico.

Che cos’è un Defibrillatore?

A seguito di questo drammatico episodio, Eriksen è stato sottoposto all’impianto di ICD (Defibrillatore cardiaco impiantabile), un dispositivo salva-vita in grado di scongiurare l’insorgenza di tachi-aritmie (ossia situazioni cliniche in cui la frequenza cardiaca raggiunge valori tali da rendere inefficace la contrazione cardiaca) o anche di bradi-aritmie (la condizione opposta, ossia quando il cuore cessa di battere rallentando gradualmente).

La normativa in Italia

Lo scorso Dicembre 2021, dopo un’accurata valutazione da parte dei medici del CONI, veniva revocata ad Eriksen l’idoneità agonistica, in quanto in Italia non è consentita la libera scelta, in termini di salute, per quanto riguarda l’attività agonistica.

In altri termini, un atleta giudicato inidoneo, non può continuare l’attività sportiva “a proprio rischio e pericolo”. 

Diversamente accade in altri paesi, come l’Inghilterra, in cui Eriksen è tornato a giocare nella squadra londinese del Brentford.

Il paradosso del ruolo marginale del cardiologo

Il certificato di idoneità per gli atleti, in Italia, viene rilasciato dagli specialisti in Medicina dello Sport, i quali si basano anche sul parere fornito da comitati cardiologici come il COCIS, che si riunisce periodicamente per aggiornare le linee guida (a breve potrebbero arrivare degli aggiornamenti anche in materia di ICD da parte del COCIS).

Proprio in virtù dell’importanza della patologia cardiovascolare e delle linee guida cardiologiche, è paradossale che il medico specialista in cardiologia venga tenuto ai margini durante il processo finale di attribuzione del nullaosta agli sportivi. 

Conclusioni

Personalmente ritengo che un’attenta valutazione cardiologica, congiuntamente al parere del medico dello sport, debba essere introdotta e resa giuridicamente necessaria per diminuire drasticamente la possibilità che non vengano intercettate situazioni al limite dell’inidoneità o viceversa che vengano bloccati atleti con patologie potenzialmente reversibili (potrebbe essere, ad esempio, il caso delle miocarditi, infiammazioni del cuore che in alcuni casi guariscono dopo terapia specifica con recupero completo).

Il confine tra lo stroncare una brillante carriera e il mettere a rischio una giovane vita è spesso sottile, ragione per cui ritengo indispensabile il contributo e il coinvolgimento obbligatorio di specialisti della patologia cardiovascolare nell’iter decisionale che porta al rilascio della certificazione di idoneità.